Social in Italy ovvero Social Media Week
E’ tempo di Social Media Week: dal 18 al 22 febbraio si svolgerà a Milano la versione italiana del progetto mondiale che vedrà 40 eventi e 150 relatori di livello internazionale riflettere sui social media e il mondo del web 2.0.
L’evento avrà come filo conduttore “Open & Connected: Principles for a Collaborative World”: la principale attività online degli italiani è leggere i social media che, da qualche anno, hanno sviluppato una funzione informativa preponderante su quella ludica.
Il dibattito è caldo. Ma a che punto siamo in Italia? Questa è la domanda alla base anche dell’articolo di Davide Caiti, che uscirà sulla rivista Imprenditori di marzo.
I new media possono rappresentare uno strumento di marketing strategico per le piccole e medie imprese che si affacciano sul mercato globale. Secondo la ricerca Social Media Effectiveness Use Assessment (novembre 2012), condotta da un team guidato da Andrea Albanese, docente del modulo corporate di Snid, il 56% delle aziende italiane gestisce i social internamente e il 7% dichiara di avere un team dedicato; il 21% non impiega risorse e il 36% sta ancora cercando di capire come gestirli. I social network più popolari sono Facebook (80%), LinkedIn (67%) e YouTube (56%), anche in ambito aziendale. Quanto si investe? Analizzando il budget di marketing investito nei social, la classifica è guidata da Facebook (26%), seguito da YouTube (10%) e Twitter (7%). Con l’attività di social media marketing, le aziende si aspettano di valorizzare il brand (71%), potenziare la comunicazione (70%) e creare una community (45%). “I new media e le nuove tecnologie” scrive Davide “sono strumenti e strategie indispensabili per l’accesso delle piccole e medie imprese al mercato globale. La concorrenza passa anche da qui, con un certo risparmio – che non guasta – sugli investimenti in comunicazione su larga scala“.