L’economia circolare al centro del nuovo numero di Imprenditori
È in distribuzione in questi giorni il nuovo numero della rivista Imprenditori, la rivista che dal 1997 racconta e approfondisce temi economici attraverso le storie, le scelte, le idee, le passioni e i gusti di chi, ogni giorno, costruisce la sua impresa.
Il nuovo numero del periodico è dedicato in particolare all’economia circolare, la situazione attuale e le prospettive future di questo settore in costante evoluzione.
Nel suo editoriale spiega il Direttore, Davide Caiti:
È possibile che molti di noi in questa stagione fredda scelgano, per mantenersi caldi, una bella maglia di pile. Un materiale leggero, traspirante, proposto in tanti colori e in molteplici versioni e gradi di “pesantezza”. Un tessuto caldo almeno quanto la lana, più facile da lavare, che non si restringe, non si sgualcisce ed è anche economico. Pochi sanno che il pile è anche un eccellente esempio di economia circolare: questo filato infatti nasce dalla plastica riciclata. È un tessuto sintetico composto da una fibra ricavata dal poliestere, nello specifico il PET. Il pile viene creato attraverso un processo di riciclo del PET e quindi dalle bottiglie usate: ne bastano circa 18 per produrre una felpa nuova. E, ciò che era scarto, diviene un’importante e utile risorsa, che ha anche un riflesso positivo per l’ambiente. Ecco in modo diretto e veloce spiegato il concetto alla base dell’economia circolare, un’espressione che da qualche tempo prende sempre più piede negli ambienti imprenditoriali, sociali e scientifici.
Oggi produrre non è più percepito come un verbo che sottintende un’attività dedita al consumo di materiale per la costruzione di un bene. Da tempo – e sempre di più – l’attività produttiva sottintende processi orientati alla diminuzione o all’azzeramento di qualsiasi tipo di spreco e, quando possibile, di recupero dello scarto per la creazione di un ulteriore, nuovo tipo di produzione.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”: alla fine la così detta economia circolare è far tesoro del postulato fondamentale di Lavoisier. Per questo obiettivo si muovono capitali lungimiranti, ricercatori ingegnosi e imprenditori coraggiosi. E il futuro è loro, perché andiamo verso una disponibilità sempre più ridotta di materie prime, che costringeranno – presto o tardi – anche i più riottosi all’idea che il riutilizzo, il riciclo, il riadattamento dei materiali non sia altro che la via maestra per un progresso più salubre per l’ambiente e quindi per tutti noi.
Iniziativa, inventiva e voglia di investire ci sono. All’appello, come spesso accade, manca un’assistenza di tipo legislativo e fiscale che la politica fatica a fornire. Sappiamo purtroppo anche questo: impresa e ricerca devono tracciare un solco, più profondo e largo possibile verso il futuro.
Noi siamo i sognatori, gli altri ci seguiranno.
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