Anche il costo dell’energia elettrica e del gas di impenna ad ogni notizia di crisi internazionale. Perchè accade tutto questo? Abbiamo parlato di questa grande (e costosa) fame energetica, nell’ultimo numero di Imprenditori.
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Davamo tutto per scontato, la salute, la pace, le fonti energetiche. In pochi anni abbiamo imparato a mettere tutto in discussione, e tutto quello che sembrava consolidato improvvisamente traballa, costringendoci a trovare in fretta delle soluzioni che non avremmo mai pensato di dover cercare. La guerra in Ucraina oggi sembra ancora un evento senza una concreta via d’uscita a breve termine, e anzi lo spauracchio atomico fa ciclicamente capolino. Nel frattempo il mondo intero si contorce per tamponare le grandi emergenze che questa guerra assurda sta imponendo.
Se da una parte la crisi cerealicola sembra scongiurata grazie agli accordi sul grano, quella energetica permane in tutta la sua gravità. La sciagurata aggressione di Putin all’Ucraina ci ha imposto di allinearci con l’Occidente e tagliare progressivamente le forniture energetiche dalla Russia. E improvvisamente ci siamo ritrovati in mezzo al guado, ancora troppo indietro nella transizione verso le fonti energetiche rinnovabili e ancora troppo legati a forniture di fonti fossili, massicciamente provenienti da quella Russia che la nostra etica di paese europeo, democratico e atlantista ci impone di isolare fintanto che l’aggressione all’Ucraina cesserà.
Ma nel frattempo? Nel frattempo viviamo mesi di incertezza. La politica si è affrettata a rappezzare la copertura energetica per il futuro stringendo accordi con nuovi paesi fornitori, ma ci vorrà tempo perché le reti si attivino. Nel frattempo, come tutte le famiglie italiane, le aziende soffrono per i rialzi energetici e alcune Pmi si arrendono a costi di produzione diventati insostenibili. Ogni azienda ha calcolato un proprio percorso per resistere agli aumenti del costo dell’energia, ognuno in un modo diverso e personalizzato, tuttavia spesso queste soluzioni appaiono come un puntello temporaneo in attesa di tempi migliori.
Per uscire da questo senso di precarietà, come in ogni situazione difficile, bisogna osare. Chi ha agganciato tempo addietro il treno della sostenibilità e dell’autosufficienza energetica tiene la barra dritta. Ci sono molte realtà energetiche e tecnologiche che lavorano da tempo allo sviluppo, con costanza e dedizione, che oggi vedono il loro lavoro impreziosirsi a dismisura. Oltre a questo sarà necessario che la politica dia risposte adeguate. Insomma bisognerà, oggi più che mai, far muovere insieme il sistema paese, perché se c’è una forma di energia che è virtualmente inesauribile, è proprio l’unità e la determinazione di un popolo.
dall’editoriale di Davide Caiti